Un tempo si riteneva che le società native, o tribali, fossero destinate a scomparire a causa di inarrestabili forze economiche e politiche che prima o poi avrebbero completato il lavoro di distruzione avviato dai contatti interculturali e dal colonialismo. La realtà odierna dimostra invece che molti gruppi aborigeni continuano a resistere, rendendo così più complesse le classiche narrazioni della modernizzazione e del progresso. Prendendo in esame i popoli nativi di California, Alaska e Oceania, James Clifford prova come questi siano parte attiva di un processo di trasformazione ancora in atto che implicherebbe una lotta ambivalente dentro e contro forme dominanti d’identità culturale e di potere politico. Spesso contro ogni previsione, i popoli indigeni stanno infatti costruendo con creatività e pragmatismo percorsi identitari originali all’interno di una modernità intricata e indefinita.