Una talentuosa scrittrice inglese contemporanea paragonata a connazionali illustri come Thomas Hardy e Charlotte Brontë arriva per la prima volta nelle librerie italiane con un romanzo delicato e potente.
Nell’Inghilterra dei primi anni Trenta, la quattordicenne Edith Mather vive con la sua famiglia in una fattoria. Il paesaggio rurale è di una bellezza mozzafiato, ma la vita in campagna è dura, e la Grande guerra e la Grande depressione si sono lasciate alle spalle una comunità impoverita e timorosa. Edith è «una strana bambina», si sente irrimediabilmente diversa da tutto ciò che la circonda e preferisce la compagnia dei libri ai giochi con i coetanei. A turbare la quiete di un quotidiano scandito dalle leggi della natura è l’arrivo di Constance FitzAllen, giornalista di Londra giunta in paese per scrivere sugli usi e costumi dei contadini del luogo. Fin dal primo incontro Edith è ammaliata da questa donna estroversa e libera, che indossa pantaloni da uomo. Constance sembra l’amica e la mentore ideale per lei, ma si dimostrerà molto diversa da come appare: porta infatti con sé idee politiche che si riveleranno insidiose. Con l’avvicinarsi del tempo del raccolto e l’aumentare delle pressioni sull’intera comunità, Edith dovrà riuscire a fidarsi del proprio istinto per salvarsi da un disastro imminente.
L’aria innocente dell’estate è il commovente ritratto di una piccola donna costretta a diventare grande all’improvviso in un mondo arcaico e patriarcale, ma anche un prezioso monito sui pericoli della nostalgia. Soprattutto, però, è un inchino alla bellezza della natura, in cui toni lirici e meravigliose descrizioni paesaggistiche fanno da contorno a una vicenda umana dal finale imprevedibile, raccontata con grande dolcezza e intensità.
«Un romanzo bellissimo e appassionante».
Jonathan Coe
«Potente e sottile, ricco di dettagli, questo è un libro che abita il suo territorio, conosce la sua gente e segue la sua logica inquietante. Affronta alcuni dei grandi temi della vita inglese – la divisione in classi, il patriarcato, il folclore e la psicosi, il fascismo strisciante –, intessuti nella narrazione con grande delicatezza e bellezza. Un capolavoro».
Jon McGregor
«Potente e scritto benissimo. Harrison è un tipo tradizionale, una scrittrice della natura con una conoscenza e un occhio per i dettagli che ricordano Thomas Hardy. Tutto questo lo rende un romanzo impossibile da dimenticare».
«The Times»
«Un’opera ricca di atmosfera, intrisa dei ritmi e delle tradizioni della campagna inglese... Mi sono spesso venuti in mente Tess dei d’Urberville e Shirley di Charlotte Brontë».
«Financial Times»
«Harrison è abile nel far esistere realtà diverse l’una accanto all’altra. Evoca la natura, con i suoi ritmi e la sua bellezza senza tempo, e la fa invadere dalla politica. Questo romanzo mi fa pensare a Middlemarch».
«The Spectator»