Bandito dalla comunità ebraica per eresia all’età di ventitré anni, Baruch Spinoza decide di dedicare la sua vita alla filosofia. Il suo obiettivo? Scoprire un vero bene che gli “procurerebbe il godimento di una gioia suprema e continua per l’eternità”. Nei vent’anni successivi, Spinoza costruirà un’opera straordinaria. Tanto che viene da chiedersi come ha fatto quest’uomo, in pieno diciassettesimo secolo, a essere il precursore dell’Illuminismo e delle nostre democrazie moderne? Il pioniere di una lettura storica e critica della Bibbia? Il fondatore della psicologia della profondità? Il promotore della filologia, della sociologia e dell’etologia? E, soprattutto, come ha fatto a inventare una filosofia fondata sul desiderio e sulla gioia, capace di sconvolgere la tradizionale concezione di Dio, della morale e della felicità? Appare chiaro, insomma, che Spinoza è per molti aspetti non solo molto in anticipo sul suo tempo, ma anche sul nostro. È quello che Frédéric Lenoir chiama il “miracolo” Spinoza. L’autore racconta la vita edificante di quello che Goethe, Nietzsche, Freud e Einstein consideravano il più grande dei filosofi. Rende accessibile il suo pensiero e ci consegna un trattato filosofico di emancipazione che avvince come un thriller, tanto vien voglia di conoscere la tappa successiva e raggiungere la gioia suprema. Una lettura che trasmette una forza e un’energia incredibili.