Molto prima di Hobbes e fino ai nostri giorni, la civiltà occidentale – se si guardano da vicino i suoi miti e le sue religioni, la sua filosofia e la sua scienza – è stata ossessionata dallo spettro di una natura umana descritta come avida e litigiosa, una natura così «bestialmente» egoista che solo un pugno di ferro istituzionale può tenerla a bada. Homo homini lupus, dunque. Questa concezione, che ha di fatto legittimato gerarchie e diseguaglianze sociali, presuppone una contrapposizione tra natura e cultura che antropologia e paleontologia invece contraddicono. La natura dell'Homo sapiens è la sua cultura, o meglio le sue culture. L'idea stessa che siamo schiavi delle nostre inclinazioni animali è una creazione sociostorica, ovvero culturale. Un'idea non proprio felice, visti i risultati.