Un dramma in tre atti: è così che il Césaire poeta e drammaturgo sceglie di narrare l’indipendenza dalla Francia di Haiti, all’epoca Saint-Domingue, la prima colonia a essere sottomessa e la prima a liberarsi dal giogo delle potenze europee. Un racconto ibrido, tra saggio storico e opera letteraria, qui tradotto per la prima volta in italiano. Dalla fronda dei ricchi coloni bianchi, passando per la rivolta degli affrancati o nati liberi, arriva fino alla rivoluzione degli schiavi neri guidati da Toussaint Louverture, l’ex schiavo a capo della rivolta di coloro che sono passati alla storia come i giacobini neri.
Césaire analizza i rapporti tra Francia e Saint-Domingue e racconta la presa di coscienza degli schiavi: la libertà non gli sarebbe stata regalata, avrebbero dovuto conquistarla. Appare così la contraddizione borghese della Rivoluzione francese che realizzava democrazia e diritti nella madrepatria fermandosi però al confine – non solo geografico – della linea del colore.
La storia di Toussaint Louverture, coi successi e le contraddizioni, il rapporto col potere e le masse, incarna i dilemmi di ogni rivoluzionario. E il moto che portò Saint-Domingue a essere Haiti mostra l’intersezione tra sfruttamento e oppressioni in cui inserire il grimaldello per scassinare il presente e far nascere una nuova società.
È infatti il Césaire marxista a mostrare come i primi due tentativi di ribellione, inciampando su specifici interessi (commerciali per i coloni proprietari di piantagioni; sociali per gli affrancati diventati padroni a loro volta), fossero incapaci di superare le contraddizioni di classe che li fecero fermare a un passo dall’arrivo. Solo la sollevazione degli schiavi neri superò gli interessi particolari facendo sfociare la lotta all’oppressione coloniale nella liberazione espressa dalla parola più agognata: «indipendenza».
Fin qui la Rivoluzione si presentava come un blocco compatto. Il dibattito coloniale introdusse nella Rivoluzione la contraddizione, quindi un’intersezione: da un lato quelli che volevano fermare la Rivoluzione, dall’altro quelli che volevano continuarla ed estenderla.