È tempo di rispolverare la statua esposta nelle nostre chiese. È tempo di darle un volto umano, perché la santità non è ciò che ci allontana dall’umanità, ma ciò che ci impegna infinitamente in essa. Così, Giuseppe di Nazareth non è un padre ideale, ma un padre concreto, travolto, come tutti i padri qui sulla terra, dalla vita che si dona attraverso di lui. E poiché suo figlio è il Figlio di Dio, la Vita in persona, è ancor più sopraffatto di noi, cercando di fare bene, senza dubbio, ma mai all’altezza del suo compito – come si può essere all’altezza dell’Altissimo? – e quindi dovendo sempre affidarsi al Padre eterno. Tra esegesi biblica ed esperienza familiare, Fabrice Hadjadj ci offre in dodici lezioni una piccola guida pratica, intelligente e leggera, per questi nostri tempi così incerti e precari, cercando delle risposte agli interrogativi più profondi ma anche pratici della vita quotidiana. Mostrandoci, così, che oggi come ieri, forse ancora più di ieri, la paternità è la prima e più forte delle avventure. Fabrice Hadjadj | scrittore, filosofo e padre di nove figli. Gran Premio di Letteratura Cattolica (2006), Prix du Cercle Montherlant dell’Académie des beaux-arts (2009), Premio Cardinal Lustiger assegnato dall’Accademia di Francia (2020); Premio internazionale Cultura Cattolica (2021). È autore di numerosi saggi tra cui Risurrezione. Istruzioni per l’uso, di opere teatrali, nonché di una trilogia per ragazzi, L’Attrape-Malheur. Dirige Philanthropos, Istituto europeo di studi antropologici, Friburgo (Svizzera).