Una stimolante riflessione sulla rivoluzione urbana in corso, invisibile e inavvertita ai più, ma lucidamente riconosciuta e minutamente analizzata dallo sguardo critico e disincantato dell’autore. A partire dalla messa a fuoco iniziale, nel primo capitolo, di un nuovo modello di modernità debole e diffusa, con il correlato smottamento funzionale di tutti gli apparati architettonici e urbani, Andrea Branzi approfondisce nei successivi capitoli il processo storico di progressiva integrazione tra spazi interni e spazi esterni. Il discorso procede muovendosi originalmente sia in senso geografico, spaziando tra le civiltà non architettoniche - dagli insediamenti neolitici dei primi sapiens a quelli tradizionali del continente africano - a quelle a noi più vicine, fondate invece sul modello urbano, sia in senso cronologico, mettendo in evidenza come i differenti modelli storici di progettazione degli spazi interni derivino da fondamenti culturali autonomi rispetto agli usuali modelli teorici dell’architettura e dell’urbanesimo. L’ultimo capitolo propone una “Nuova Carta di Atene”, che sostituisce ai dieci principi dello storico documento, espressione del Movimento Moderno, dieci consigli per il presente scenario urbano nell’epoca della Terza Rivoluzione Industriale e della globalizzazione.