Sei autrici sarde, sei mondi ironici, struggenti, pieni di passione. Una narrazione che alterna l’ironia alla nostalgia per quando erano piciocas. Francesco Abate, dopo Piciocus, riunisce sei voci femminili dall’indubbia personalità, per un viaggio in una Sardegna ricca di suggestioni, un mondo che ne racchiude un altro, quello incredibile dell’infanzia.
Dall’Isola che c’è si leva un coro di voci femminili, voci di ex piciocas.
Un viaggio nelle terre e nelle atmosfere di Sardegna, attraverso l’inconfessabile segreto di quel Ferragosto a Santu Lussurgiu, che Michela Murgia ci svela in una narrazione dall’ironia travolgente, passando poi all’atmosfera struggente di un’estate molto diversa da quella a lungo sognata dalla giovane Barbara Parodo. Attraversiamo i toni più malinconici e la scrittura impetuosa di Giulia Clarkson, in un’alternanza stridente fra velocità e lentezza, per ritrovarci con Milena Agus sotto il lettone, eterno rifugio quando il mondo reale proprio non ci va giù. Ammaliati da una lingua che affascina e conquista seguiamo Savina Dolores Massa fra le palazzine di viale Indipendenza, dove fervida immaginazione e spietato realismo se ne vanno a braccetto. Mentre Simona Tilocca, ci riporta, con sorprendente vividezza, all’amore dei tredici anni, quando «il sogno più spinto» è il bacio «e dopo quello, il nulla estatico». Le immagini e le suggestioni evocate si fanno strada così nitide nella mente da indurci a credere che ci appartengano.