Per valutare la qualità di un’informazione, che sia un messaggio, un testo, un film o un qualunque altro tipo di comunicazione, oggi non è più sufficiente analizzarne esclusivamente il contenuto, ma è fondamentale coinvolgere nel giudizio complessivo anche il supporto che viene prodotto per renderla fruibile.
Questi “supporti” sono frequentemente sperimentali e, più in generale, non-tradizionali; la diffusione capillare dell’ICT e delle tecnologie audio-video comporta una distribuzione globalizzata delle informazioni tramite sistemi di trasmissione on-the-air a velocità sempre maggiore, in ogni luogo, in ogni momento e su ogni tipo di apparato tecnologico.
La televisione si ibrida con il computer attraverso il web, il libro diviene ipertesto, incorporando molteplici media e la musica si rende definitivamente immateriale liberandosi dalla sua scatola di plastica a vantaggio di un etereo streaming online; anche il telefono perde il suo esclusivo utilizzo primario, a fronte di una gran quantità di funzioni aggiuntive, che spesso divengono irrinunciabili.
Questo è dunque lo scenario in cui i nuovi elementi fisici che ci consentono di accedere alle informazioni devono essere indagati, al fine di comprendere meglio il valore aggiunto che possono fornire al messaggio che veicolano e per immaginare quali possano essere gli sviluppi futuri.