Introduzione di Federico Rampini
Edizione integrale
L’ascesa della Cina come superpotenza mondiale è sotto gli occhi di tutti, con le peculiarità e le contraddizioni che comporta l’innesto di un modo di produzione capitalistico su un regime comunista. Alla radice di questa ascesa troviamo Mao Tse-tung, guida carismatica del partito comunista cinese, a lungo un punto di riferimento per il pensiero marxista-leninista. Operai, contadini, soldati e intellettuali della Cina hanno fatto del suo pensiero una vera e propria Bibbia e tratto dalle sue opere insegnamenti teorici e pratici. Le citazioni che compongono Il libretto rosso ci consegnano nella sua integrità il credo maoista, uno strumento ideologico che ha infiammato gli animi di milioni di uomini. «Quando le masse si saranno impadronite del pensiero di Mao Tse-tung», scrisse Lin Piao, «esso diventerà una inesauribile sorgente di forza, una bomba atomica spirituale di potenza senza pari».
«La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un’opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un’altra.»
Mao Tse-Tung
(1893-1976) fu protagonista della genesi e dell’evoluzione del partito comunista cinese. Nel 1928 creò l’Armata rossa per combattere i nazionalisti conservatori di destra guidati da Chang Kai-shek. Nel 1934 guidò la “lunga marcia”, l’epica ritirata cui fece seguito la ricostituzione del partito. Fu presidente della Repubblica popolare cinese dalla sua proclamazione, nel 1949, fino al 1958.