Volto celebre della televisione francese, Anne Sinclair ha intervistato capi di Stato, stelle del cinema, intellettuali e artisti, raccogliendo intorno al piccolo schermo milioni di telespettatori. Suscitando scalpore, abbandonò il programma 7 sur 7 per incompatibilità con l’incarico di ministro dell’Economia assunto dal suo secondo marito, Dominique Strauss-Kahn. Matrimonio che ha significato una nuova e ben più triste notorietà per lei, travolta dallo scandalo che, nel 2011, portò all’arresto di DSK, allora direttore del FMI e favorito per l’Eliseo, rendendo pubblica la sua torbida vita sessuale. Il nome di Anne Sinclair rimbalzò sui titoli di testa di tutti gli organi di informazione: come aveva potuto, sua moglie, non accorgersi di nulla? E perché, con tanta dignità e pacatezza, gli era rimasta al fianco? Forte di una nuova vita lontano dai riflettori, con questo memoir Anne Sinclair infrange il silenzio che aveva sempre mantenuto. Consegna la storia con DSK a un «capitolo impossibile» e ricostruisce con sincerità il proprio percorso: la famiglia, la precoce vocazione giornalistica, il conflitto tra la carriera e gli affetti, le tentazioni e le trappole della celebrità. Non si riconosce né nell’etichetta di conduttrice famosa, né in quella di moglie umiliata, rivendicando una variegata «carta d’identità»: «donna, madre, francese, ebrea, di sinistra e giornalista». Ammette che nessuna di queste definizioni riesce da sola a riassumere pienamente la complessità di un’esistenza che affonda le sue radici nelle persecuzioni razziali naziste, attraversando da un osservatorio privilegiato il Novecento. Un libro che ha il sapore di una garbata confidenza, nel segno di una maturità conquistata a caro prezzo: il racconto di un destino eccezionale che appassiona e convince per il messaggio di coraggio e fierezza che lascia in ciascuna di noi.