È l’anno del signore 1550 L’Europa è ancora percorsa da venti di guerra.
Il lungo scontro tra Spagna e Francia, durato decenni, causando tante morti e tanta distruzione, senza risparmiare nemmeno Roma, messa a ferro e fuoco dai lanzichenecchi, non si è ancora concluso. Il luteranesimo e le altre confessioni protestanti infiammano gli animi del Nord Europa e dell’Inghilterra. E la minaccia dei turchi, che hanno già conquistato tutto l’Oriente e raso al suolo quel che restava dell’impero bizantino, è più viva che mai.
A Roma è stato eletto un nuovo papa, Giulio III, inerte, creta nelle mani dei Farnese. Michelangelo Buonarroti, oramai vecchio e stanco, teme per il futuro, e non si riconosce più in quella città che pure ha così amato e così lo ama.
A Istanbul, la nuova capitale turca, anche Solimano avverte la stanchezza degli anni, ed è caduto sotto la malia di Roxane, la sua bellissima concubina, che lo ha isolato dal resto della corte e ha fatto uccidere i figli che lui non ha avuto con lei, con l’accusa di tradimento.
Ma pure a Roma le grandi famiglie tremano, dove lo sfarzo della bellezza e del potere è minacciato da costumi sempre più corrotti, dall’impudenza dei giovani, come Innocenzo, figlio del popolo di bellezza straordinaria, nominato cardinale, neanche diciottenne, dal suo amante, il nuovo papa. Non rinunciano però, i patrizi d’Italia, nonostante la decadenza che sembra attenderli, al loro amore per l’arte, mentre brilla sempre di più la stella di un grande pittore veneto: Tiziano Vecellio.
Forcellino, il più grande restauratore italiano e maestro del romanzo storico, torna a raccontare il “secolo dei giganti”, con la sua arte meravigliosa, i suoi intrighi, le sue passioni e le sue donne eccezionali. Perché sono loro le vere protagoniste di questa storia: dalla perfida Roxane, a quelle che animano le feste e i palazzi romani, con la loro bellezza, la loro forza, la loro indipendenza, a Eleonora e Giulia Gonzaga, o Vittoria Farnese che fa innamorare di sé ogni uomo.