Un viaggio notturno per raggiungere un padre in fin di vita; un vecchio pugile che si aggrappa a un ritaglio di giornale per rievocare gli antichi splendori; un uomo che tace invece di pronunciare le poche parole che potrebbero salvare la vita di un bambino; un amore che oscilla tra violenza e malinconia; carte perdute o forse rubate. Sono solo alcune delle indelebili scene di Falso nome, la raccolta di racconti in cui Piglia dà vita per la prima volta a una mescolanza di generi unica – dal poliziesco all’autobiografia allo scritto testimoniale – appropriandosi di suggestioni e influenze letterarie: dall’imperitura presenza di Borges, che troviamo fra le righe, alla prosa spigolosa ed espressionista di Roberto Arlt.Proprio ad Arlt è dedicata la nouvelle che dà il titolo al volume: un omaggio all’enfant terrible delle lettere argentine e insieme un piccolo capolavoro di stile in cui l’eterno alter ego di Piglia, Emilio Renzi, si mette sulle tracce di un manoscritto perduto, e finzione e realtà si sovrappongono fino a diventare del tutto irriconoscibili.In questa raccolta, che appare oggi per la prima volta in traduzione italiana, Ricardo Piglia fa quello che sa fare meglio: giocare con la realtà e la maschera, mostrandoci in ogni pagina la sua idea di letteratura.