Una mattina, in una città mai nominata ma perfettamente riconoscibile, Rosario, un bambino di undici anni, si alza, prepara la colazione alla nonna, si affaccia alla finestra e guarda vivere i suoi vicini. Poi prende la borsa degli allenamenti, si veste da calciatore ed esce di casa per compiere il suo primo omicidio. Pedinando Rosario, spiandone i gesti e i pensieri come in una semisoggettiva, De Silva è riuscito a raccontare, con una lingua ricca, affabulante, ipnotica ma priva di pathos, una storia terribile sull'inconsapevolezza delle proprie scelte, sulla casualità del bene e del male. Un romanzo intenso, tragico e bellissimo su quel mondo spaventoso che è il nostro mondo.