Dopo aver trascorso cinque settimane chiuso nel suo ufficio, alle prese con noiose incombenze amministrative, il commissario Georges Dupin è ben felice di trovarsi nella «Terra Bianca», o Gwenn Rann, come viene chiamata in lingua bretone l’ampia distesa salina del territorio di Guérande. In debito con Lilou Breval, la giornalista dell’Ouest-France che gli ha passato «un paio di informazioni» in più di un’occasione, Dupin ha accettato di farle un favore e dare un’occhiata alle saline per cercare «delle botti di plastica blu, alquanto sospette». Giunto sul posto, l’istinto dice a Dupin che qualcosa non quadra: il commissario ha infatti la netta sensazione di non essere solo su quella distesa di un bianco accecante. Che siano le allucinazioni provocate dal caratteristico aroma di violette emanato dal fleur de sel, che secondo i paludiers, i raccoglitori di sale, può condurre alla follia? Quando, però, Dupin viene assalito da un misterioso aggressore, appare chiaro che qualcosa di sinistro si cela nelle saline. Qualcosa che ha a che fare con l’inspiegabile scomparsa della stessa Lilou Breval. Aiutato dal Commissario Sylvaine Rose, della polizia di Guérande, Dupin indaga sulla scomparsa della giornalista, imbattendosi in falsi alibi, massicci conflitti d’interesse, faide personali e antiche leggende bretoni. «Incantevole». The New York Times «Il commissario si presenta come un simpatico investigatore della vecchia scuola, ostinato a rimanere fedele a un indizio, perennemente sotto l’effetto della caffeina». Toronto Star