Quando il mondo sembra crollare, quello esterno e quello interiore, inventiamo nuovi modi di stare insieme e di amare.
Un romanzo che parla dell’oggi e del domani e che ci fa fremere di paura e di speranza.
A seguito di un’estate troppo lunga, calda e secca, le piogge violente fanno esondare il Tevere, allagando Roma e tutta la valle. Il fiume diventa barriera fisica, limite geografico e ciò che sembrava familiare, ordinario, diventa improvvisamente estraneo ed ostile. È in questo contesto climatico stravolto e travolgente che Elena e Ettore si confrontano con la fine del loro matrimonio e del mondo come lo hanno conosciuto fino a quel momento. Il viaggio che intraprenderanno diventa occasione di pensieri, emozioni, domande e incontri che segneranno un percorso di cambiamento profondo per entrambi. In questa avventura carica di suspense, tanti personaggi - i loro figli, un fascinoso cercatore di tartufi, una donna giapponese sopravvissuta all’incidente nucleare di Fukushima, una comunità di monache militanti, un giovane norvegese, una cagna ferita e altri ancora – accompagneranno i due protagonisti nella pericolosa scoperta di un mondo nuovo.
Proposto da Jhumpa Lahiri al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:
«Come La tempesta, il capolavoro rinascimentale di Giorgione, questo romanzo si interroga sul rapporto profondo e misterioso fra natura e umanità. Anche il romanzo parla di un fiume, un ponte, le rovine. Inquadra una famiglia precisamente raffigurata. E ci troviamo in un’atmosfera burrascosa, densa di nubi, con un cielo squarciato che darà, ai personaggi ma anche al lettore, una svegliata cruciale. In questo romanzo tanto feroce quanto fine la tensione monta pagina dopo pagina. Mezzalama si interpella sul senso precario dell’innamorarsi, di mettere su una casa, di crearsi una famiglia. I punti di vista del marito e della moglie si alternano e oscillano fra passato e presente ma le riflessioni più urgenti riguardano un futuro in ballo, non solo per la coppia ma per un pianeta a rischio i cui fenomeni naturali mostrano un profondo sbilanciamento. Queste pagine affrontano, con grande compostezza e lucidità, le distanze che erodono le relazioni più intime, la vicinanza fra creazione e caos, e lo sconforto di trovarci ai limiti di un mondo sostenibile. Scritto con il massimo controllo, Dopo la pioggia arde quietamente e rivela la mano di un’artista esatta, matura e incisiva. Mezzalama ha realizzato un romanzo straordinariamente attuale, eppure, nella sua specificità, si nutre di mitologia e di una dimensione astratta attraverso la quale questa famiglia affranta diventa ogni famiglia, e questa Roma travolta dalla tempesta diventa ogni luogo sulla terra. Capiamo meglio, leggendolo, come sopportare i rovesci della sorte, come tutelare le generazioni che verranno, come resistere a tutte le incertezze all’orizzonte».