«Nella misura in cui l’ermeneutica si riconosce come provenienza e destino, come pensiero dell’epoca finale della metafisica e cioè del nichilismo, essa può trovare nella “negatività”, nel dileguarsi come “destino dell’essere” – il quale si dà non come presenza dell’arché ma solo come provenienza – quel principio orientativo che le permette di realizzare la propria originaria vocazione etica senza restaurare la metafisica né abbandonarsi alla futilità di una relativistica filosofia della cultura.»