In risposta ai ritmi frenetici e alle sfide imposte da una società sempre più complessa, abbiamo oggi a disposizione una vasta scelta di manuali di self-help: guide che ci esortano a meditare, riflettere, e cercare risposte dentro di noi, come se fosse l'unico posto in cui trovarle. Non c'è dubbio che l'introspezione sia una risorsa importante, ma c'è altro al di là dei confini di questo «movimento per l'autocultura»: un universo ricchissimo, fatto di persone con storie e visioni differenti dalle nostre. «Io sono perché tu sei»: così i sudafricani riassumono l'ubuntu, cardine di una filosofia antica fondata sul legame universale che ci unisce in quanto esseri umani. Qualcosa che va oltre il principio, comune a tutte le maggiori religioni, del non fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi. L'ubuntu è infatti un contatto vivo, attivo, di empatia e ascolto, ma anche il riconoscimento di quanto siamo interdipendenti. Qualcosa che secondo l'arcivescovo e attivista antiapartheid Desmond Tutu - premio Nobel per la pace nel 1984 nonché nonno dell'autrice, per la quale ha scritto la prefazione al volume - si incarna nella frase: «La mia umanità è intrecciata e inestricabilmente legata alla tua». Un principio che restituisce alla perfezione lo spirito dell'Africa del Sud nato dalla lotta alla segregazione, e il grande progetto politico di Mandela. Attraverso i ricordi dell'autrice, affiancati da storie di gente comune e di grandi battaglie sociali, questo libro vuole spingerci ad aprirci, ad alzare gli occhi dai nostri pregiudizi per sentirci parte di un disegno più grande, vasto quanto l'umanità intera. In quattordici «lezioni», ciascuna ricca di rimandi a studi scientifici e accompagnata da consigli ed esercizi pratici per avvicinarsi all'ubuntu, Mungi Ngomane ci offre dunque un contributo fondamentale al nostro arricchimento personale, e ci mostra come imparare a vivere meglio. Insieme.