«Un’analisi così schietta porta a una prosa altrettanto schietta, pulita; eppure, ogni tanto Osborn si avventura in territorio lirico. »
StarTribune
«Lo scrittore americano John Jay Osborn ci introduce di soppiatto nello studio di una terapeuta. È lì che vengono condivisi i segreti, talvolta corrosivi, talvolta commoventi.»
Le Journal de Montréal
«John Jay Osborn ha concepito il suo romanzo come una pièce teatrale, ricca di dialogo e vivacissima.»
Le Monde
«La storia breve, serrata ma coinvolgente, di quella che l'autore definisce l'esperienza definitiva, illuminante, di una terapia di coppia: “Dovete fare in modo di aver voglia di dirvi tutto. Non potete obbligarvi. Non funziona mai”.»
San Francisco Chronicle
««Un’analisi così schietta porta a una prosa altrettanto schietta, pulita; eppure, ogni tanto Osborn si avventura in territorio lirico». »
«StarTribune»
««John Jay Osborn ha concepito il suo romanzo come una pièce teatrale, ricca di dialogo e vivacissima». »
«Le Monde»
««Lo scrittore americano John Jay Osborn ci introduce di soppiatto nello studio di una terapeuta. È lì che vengono condivisi i segreti, talvolta corrosivi, talvolta commoventi». »
«Le Journal de Montréal»
Un matrimonio nasce dall’amore, ma non solo: un matrimonio è fatto di soldi, di case, di impegni da incastrare, eventualmente di figli. Un matrimonio è pieno di milioni di parole che vengono dette e ripetute, e pochissime che vengono ascoltate davvero. John Jay Osborn lo sa bene, e dalla sua esperienza in terapia con la moglie nasce questo romanzo rapido e tagliente come un foglio di carta, e allo stesso tempo ricco di humour e dialoghi vivaci.
Tre personaggi, una stanza, una sedia apparentemente vuota: questo basta perché dalla pagina prenda vita una relazione complessa, densa di emozioni contraddittorie, e il lettore si senta invitato, a sua volta, a fare quello che in molte coppie difficilmente si è in grado di fare: ascoltare.
Sandy è una terapeuta fuori dall'ordinario: proprio durante la prima seduta, interviene nella contesa tra Gretchen e Steve, consigliando al marito di cedere alla moglie l’anticipo di 200.000 dollari della vendita della casa che hanno in comune; i due proprio litiganti non sono, altrimenti Steve non acconsentirebbe immediatamente a passare a Gretchen tutti quei soldi, allungandole addirittura l'assegno, e girandoglielo.
Un inizio del genere lascia ben sperare in una riconciliazione tra i due, ma la storia procede con Sandy che li convince a parlarsi, finalmente. Alla base di un matrimonio (forse) finito ci sono l'incapacità di parlare e di ascoltare, e il lettore può capirlo, se ha sperimentato almeno una volta nella vita la stessa rischiosa reticenza e la stessa pericolosa distrazione. Nello studio c'è anche una sedia verde, tappezzata, incongrua con il resto dell'arredamento moderno e lineare, a cui Sandy indirizza spesso dei commenti «fuori campo». La prima a scoprire a cosa serve è Gretchen, che da quel momento procede velocissima nella terapia, trascinandosi dietro il meno perspicace Steve.
C'è il lieto fine, ma quello che più piace è la leggerezza, o meglio, l'assenza di quella pesantezza ai confini con la tragedia che caratterizza le classiche narrazioni di terapia. È il sottile humour di Sandy, che commenta e racconta, a fare la differenza.