«Il cicalio, nel frattempo, è entrato nelle orecchie della società. Cri-cri-cri-cri-cri-cri... Niente, è Cornaglia che compone. Ottonari, endecasillabi, ricostruzioni in rima di fatti realmente accaduti.
“Fatelo tacere!” potrebbe intimare il governante insofferente. Ma non c’è modo di mettere a riposo quel ridente malanimo, quella lieta anarchia, quel bonario nichilismo, quel brusio rasoterra, quel volteggio a mezz’aria.
Non c’è modo di arrestarlo perché la poesia ronza e scava, e perché il potere non cambia mai».
Filippo Ceccarelli
Una galleria di personaggi che attraversa tre periodi della nostra storia recente: il tardo berlusconismo, da Berlusconi a Formigoni, da Scilipoti a Calderoli, da Amato ad Alfano; il sogno renziano, da Renzi padre e figlio a Verdini, da Martina alla Madia, da Boschi padre e figlia a Orfini; il nuovo che avanza, da Salvini a Di Maio, da Conte a Calenda, da Toninelli a Zingaretti. La penna affilata di Carlo Cornaglia – non un comico riciclatosi a poeta, ma un vero e proprio poeta comico – torna a spargere satira pungente a piene mani, restituendoci, anche con le illustrazioni di Libero Gozzini, delle vere e proprie caricature politiche.
Manca un ritratto nella galleria che faccia a tutti gli altri compagnia: il ritratto del popolo italiano. Pellizza da Volpedo è ahimè lontano da quello che vediamo tutti i giorni e sol dobbiam sperare si ritorni ai riscatti gloriosi del passato.
(Dall’epilogo di Carlo Cornaglia)