Dopo gli oscuri recessi di Obsidia in "Profondità", torna Livia Llewellyn con la sua raccolta di racconti più importante, quattordici storie che si insinuano nei più profondi e torbidi meandri dell'essere umano, con una prosa oscura, commovente e disturbante, come una lama che affonda nella carne, in un cruento e sensuale viaggio sulla scia di autori quali Edgar Allan Poe, Clive Barker e Caitlín R. Kiernan. "La mia vita è una sorta di Frankenstein di attimi e di esperienze perdute. Le gioie, i trionfi, gli attacchi, l'amore, la violenza, la vergogna, le lotte, i piaceri, il dolore, la bellezza, le mostruosità: l'atto di sforzarmi di vivere la mia vita verso la morte ha cancellato tutto, anno dopo anno, sistematicamente. Non so nulla. Tranne quando scrivo." (Livia Llewellyn)