Ikea ha veicolato nel suo sviluppo ventennale una solida cultura di eccellenza, proponendo un modello di azienda dotata di coscienza e che fa sempre ciò che è giusto. Come ben esprime il suo motto, “tutto ciò che Ikea fa deve essere a prova di indagine”. Ikea è diventata per certi versi un mito indistruttibile e fortissimo nel mondo del business, fattore indispensabile per acquisire il primato mondiale nel settore dell’arredamento e della distribuzione dell’interior design. La cultura aziendale è spesso costruita, soprattutto nelle multinazionali, proprio come se si fabbricasse un mito da comunicare quotidianamente — con le parole d’ordine, i valori, le leggende positive, i linguaggi, i personaggi e tutto quanto possa fare da collante —. Ma come spesso accade, l’immagine mitizzata si può rovesciare nel suo opposto. Col suo racconto, Stenebo ci aiuta a cogliere i chiaroscuri di una realtà che è sempre stata presentata in bianco e nero; a comprendere lo stile di direzione di un imprenditore che ha abilità e intuizioni straordinarie, ma che a volte scivola su atteggiamenti affaristici ed egocentrici; a illuminare una strategia composta di mosse innovative sul prodotto e sulla logistica accanto a operazioni corsare di utilizzo della creatività di altri designer e a criticabili negoziazioni di partnership con i fornitori. Senza sconti per nessuno, l’eccellenza di Ikea viene raccontata insieme alle iperboli più discutibili e fallaci dell’intera organizzazione e del top management: una vera storia aziendale, non un’agiografia.