La guerra di Spartaco ha tutta la suspense di un thriller e nessuna licenza poetica. Il racconto di cosa significa essere un gladiatore, delle tattiche per essere vincenti e dell'agonia della disfatta è adrenalinico. La morte di Spartaco – non su una croce, come nel film di Stanley Kubrick, ma per mano di un generale romano – arriva con un climax degno di un poema epico.
"The Washington Post"
Come il generale Marcello, bramava di uccidere. Come Cicerone, era un oratore. Come Catone, era un uomo di gusti semplici. Come i Gracchi, credeva nell'idea di dividere la ricchezza. Come Bruto, lottava per la libertà. Era Spartaco. Piccolo, indomabile e veloce contro una Roma grande, potente e lenta. Ma Roma era vecchia e attaccata alle proprie tradizioni e Spartaco era un innovatore. Ci volle la fame per prenderlo.