C'era a Palermo - come probabilmente in ogni altra grande città - una generazione di intellettuali instancabili e amici di ogni ora; di aristocratici per vocazione e indole - quando non per nascita -; di militanti di sinistra estrema rapiti da eleganze spartane; di provinciali abituati a guardare più lontano; di moralisti dalle idee e i costumi liberi anche se di giudizio severo e a volte non privo di una candida doppiezza. Donne e uomini dalle molte virtù, graziati dalla storia a non dover esercitare i loro difetti. La loro biografia è, per verso o per converso, la biografia dell'Italia del dopoguerra. E questo libro scritto da una di loro - giornalista famosa di un giornalismo di inchiesta dalla tempra antica e piacevolissima scrittrice di cose civili - vuol fermarne il ricordo sull'orlo di un oblio inspiegabilmente rapido.