Come Byron ai primi dell'Ottocento, Ezra Pound inaugura il Modernismo novecentesco con un viaggio poetico lungo le coste del Mediterraneo, con qualche puntata a Parigi e a Londra, dove trova fra l'altro un Inferno contemporaneo in cui finiscono coloro «che hanno messo la voglia di denaro davanti ai piaceri dei sensi». Scritti nell'età delle avanguardie, fra scambi intensi con James Joyce e T.S. Eliot e scorribande sulle tracce di trovatori e condottieri, riuniti in volume nel 1930, i XXX Cantos costituiscono la prima avventurosa cantica del poema a cui Pound lavorò tutta la vita, un libro compiuto in cui il passato rivissuto appassionatamente dialoga con la strage della Prima guerra mondiale e regala modelli libertari e appaganti. Questa nuova traduzione commentata consente di riscoprire una delle opere epocali del moderno, intrico di riscritture e rivelazioni, in tutta la sua corrusca freschezza e progettualità.