La crisi economica e finanziaria che ha avuto inizio nel 2008 non può essere semplicemente interpretata come una crisi ricorrente nell’espansione capitalistica in quanto è accompagnata da nuove forme di sviluppo economico, nuove forme di partecipazione e rappresentanza politica. Il capitalismo è stato criticato sia a livello politico sia teoretico. La concezione di uno sviluppo economico continuo e lineare è stata sostituita dall'idea di un sistema cooperativo basato su principi di condivisione e l'imperativo di evitare qualsiasi spreco di risorse collettive. La mitologia costruita sul valore della libertà di azione, capacità individuali e successo, soprattutto dal punto di vista economico, sta cambiando. Le nuove teorie, come quelle sui beni comuni e sulla decrescita economica, richiedono la partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni collettive su come utilizzare le risorse disponibili e sui modelli economici da attuare. Allo stesso tempo, il sistema democratico di rappresentanza è costantemente sotto attacco e sembra incapace di contenere le tendenze di populismo e massimalismo emergenti dall'elettorato. Le richieste di livelli più elevati di partecipazione si fondono con nuovi tentativi di democrazia diretta, partecipativa e deliberativa, soprattutto a livello di governance locale, facilitate dalla rivoluzione portata da Internet e dai Social Network.