Dobbiamo recuperare l'ambizione di mostrare la via verso un futuro di cui essere fieri e in cui la felicità di tutti sia un diritto. Ci troviamo a vivere un momento eccezionale. Un momento in cui le certezzevengono meno. Un momento carico di contraddizioni e di rischi. Non è il tempo della malinconia e dell'abbandono. È il tempo del coraggio e dell'impegno.
Perché quando i nostri nipoti ci chiederanno dove eravamo, noi, in un momento come questo, dobbiamo essere in grado di poter rispondere: dal lato giusto, a fare la nostra parte.
L'Europa è ormai un campo di battaglia diviso fra un establishment in bancarotta e nuovi nazionalismi reazionari. Da un lato, la politica tradizionale arroccata a difesa del fortino dello status quo, impegnata in un vano tentativo di proteggere un estremo centro che non può e non deve più reggere: il centro di una certa globalizzazione neoliberale, dell'austerità, quello che ha assunto come simboli le grandi coalizioni e la Troika. Dall'altro, l'emergere prepotente di nuove forze regressive che sfruttano un sentimento reale e dilagante di insicurezza sociale per promuovere una politica identitaria, reazionaria e autoritaria. È più urgente che mai creare un terzo spazio con una visione forte e ambiziosa. Uno spazio che tenga insieme quanti già lavorano per un'alternativa, costruendo un'alleanza popolare vincente in grado di rappresentare un punto di riferimento nel disordine europeo e di radunare quanti rifiutano di essere meri spettatori della disintegrazione del nostro continente. Uno spazio capace di mettere in campo un'alternativa concreta a un sistema economico fallito e a una democrazia corrotta, che finalmente superi la falsa opposizione fra Europa e Stato nazionale.