«Chi sono io? Che cos’è il mondo che vedo? Dove ero prima di nascere e dove andrò dopo la morte?» Sono queste le domande rivolte con maggiore insistenza a Nisargadatta Maharaj, negli ultimi anni della sua vita terrena, da centinaia di visitatori arrivati in India per ascoltare gli insegnamenti del venerabile maestro. Conversazioni che possono durare intere giornate o pochi istanti, ma sempre cariche della stessa intensità, del medesimo desiderio di conoscenza e condivisione.L’ingiustificata paura dell’aldilà, la caducità del mondo, il mistero della nascita e il principio d’identità dell’uomo con l’Assoluto percorrono questi dialoghi nel profondo e ne tessono la trama cruciale. Raccontando storie apparentemente semplici, ma cariche di significati astrali, Nisargadatta mostra come le preoccupazioni e i problemi quotidiani, la ricerca del successo e le insoddisfazioni non siano altro che il frutto di un antico fraintendimento: noi non siamo il corpo che ci è stato dato, la nostra felicità non riuscirà mai a risolversi nelle gioie effimere e nei piaceri della vita che esperiamo attraverso di esso, né possiamo affidargli il compimento del nostro destino. Per il maestro indiano, infatti, questa realtà in cui viviamo ha la consistenza di un grande sogno collettivo: un film, il cui epilogo è già scritto, all’interno del quale la nostra mente proietta di continuo storie, tesse ricordi, mette in scena affetti, amori, tragedie. Bisogna allora fermarsi, dare ascolto alle proprie domande interiori, lasciandosi trasportare da queste fino a discernere, oltre l’«illusione dell’io», ciò che è assoluto da ciò che invece è irrimediabilmente destinato a finire.Non Dualismo – in cui si riuniscono i due volumi dei dialoghi ultimi di Nisargadatta Maharaj, Alla sorgente dell’Essere e Essere è amore – raccoglie, per riportare alla luce, le riflessioni decisive dell’eminente maestro: lacerti di verità che non si limitano mai alla sola argomentazione dialettica, ma levitano nella metafora, nell’illuminazione improvvisa, nel guizzo sillogistico, nell’espediente allegorico. Bagliori di un pensiero originario che attraversano la Storia e si cristallizzano in un insegnamento universale, vertiginoso eppure pratico, alla portata non solo di filosofi e asceti, ma di chiunque abbia il desiderio di spingersi alla radice di se stesso.