Una madre ha dato in adozione la sua bambina. Diventata adulta, la figlia la cerca per molti anni, scontrandosi con la durezza della legge italiana. Dopo una lunga battaglia giuridica, finalmente la figlia ritrova sua madre, ormai deceduta. Nell’impossibilità di dare vita a un rapporto, la figlia cerca di trovare le parole che avrebbe detto a sua madre se fosse stata in vita, immaginando di porle domande e di avere da lei le risposte. Ne nasce un dialogo, in parte immaginato, in parte costruito su episodi narrati, che pone interrogativi senza risposta e da cui scaturiscono riflessioni e dubbi. Mi hai mai cercata? Cosa sarebbe successo se fossimo rimaste insieme? Non ci sono risposte a queste domande ma solo pensieri, emozioni e fantasie. Con un’unica certezza: anche un legame interrotto può mantenere la stessa intensità e profondità di un legame che non è mai stato spezzato. L’essere figli adottivi assume allora nuove sfumature emotive, in una commistione di affetti ugualmente intensi e vivi, quelli presenti, derivanti dall’essere parte di una famiglia adottiva e dai rapporti creati, e quelli perduti, che hanno origine nel lacerante strappo dalla madre, alla nascita.