“Un Museo, tra le altre sue molteplici finalità, ha l’auspicabile funzione di interfacciarsi con le Istituzioni, pubbliche e private, e la doverosa prerogativa di promuovere e facilitare azioni di ricerca, studio e divulgazione, che sappiano arricchire lo stato delle conoscenze sui beni che custodisce e sui contesti territoriali e urbani nei quali è inserito e che sappiano essere utili anche all’azione di tutela del patrimonio interno ed esterno alla stessa struttura museale. Il Convegno di Terracina “L’architettura del sacro in età romana. Paesaggi, modelli, forme e comunicazione”, svoltosi il 26 gennaio 2013, è stato realizzato grazie ai fondi della LR 42/97 della Regione Lazio. Fiducia e fondi ben riposti, poiché l’iniziativa nel suo complesso ha avuto un notevole successo: sia per la qualità dei relatori, sia per la grande affluenza di pubblico. Ne scaturisce un bel volume, a mio avviso utile per chi si avvicini agli specifici temi di archeologia terracinese e, più in generale, alle problematiche legate all’architettura templare di età romana.” Massimiliano Valenti, già direttore del Museo Civico Archeologico “Pio Capponi” di Terracina – 2011-2014 “Il lavoro costituisce infatti un ripensamento complessivo, ancorché concentrato su specifiche realtà, che per natura e qualità divengono paradigmatiche. Ne emerge un quadro organico fondato sulle edizioni critiche dei monumenti, che costituiscono sia una base di partenza per ulteriori, future riflessioni alla luce dei dati resi noti, sia una piattaforma di confronti per chi si occupi di realtà urbane similari. Il lavoro, così come è stato concepito e realizzato, risponde alla necessità sempre più cogente di ripartire dai fondamentali, per esigenze di aggiornamento scientifico, ma, prima di tutto, di tutela dei beni: solo conoscendo approfonditamente si può esercitare una salvaguardia mirata, in una fase epocale in cui, vista la contingenza economica, si rende più che mai ineludibile mettere in valore ciò di cui si dispone.” Elena Calandra, già Soprintendente per i Beni archeologici de Lazio “ (…), l’aspetto delle realtà urbane si trasforma profondamente durante il II secolo a.C. In questa fase di generale e veloce monumentalizzazione, si fondono linguaggi di qualità in certo senso contraddittori, attraverso l’uso diffuso dell’opera cementizia e l’acquisizione di forme decorative greche provenienti dall’Oriente. Queste forme sostituiscono passo passo quelle decorative di tradizione locale. Questo processo continua fino al tempo di Augusto. In seguito prevale un nuovo stile di architettura, che si basa su forme più potenti e con l’uso del marmo come materiale preferito, anche se tante volte sostituito con materiali meno costosi. I templi stessi possono avere, come a Fabrateria o Minturnae, delle forme graziose. Ma nello stesso tempo sono impostati su podi alti o inseriti nei grandi distretti e così messi in scena in un modo nuovo.” Henner von Hesberg, già direttore dell’Istituto Archeologico Germanico – Roma