Tra gli anni Settanta e Novanta il grande tennis parla svedese. Un Paese di appena 8 milioni di abitanti balza ai vertici del tennis mondiale grazie a tre mostri sacri: Björn Borg, Mats Wilander e Stefan Edberg. Borg era entrato nel mondo del tennis inventando il rovescio a due mani. Convocato a soli 15 anni in Coppa Davis, colleziona in pochi anni innumerevoli primati fino alla quinta vittoria consecutiva a Wimbledon contro McEnroe, una delle partite più belle di ogni tempo. È ancora l'unico giocatore ad aver vinto per tre anni consecutivi sia l'Open di Francia sia Wimbledon. Dopo di lui altri due grandi, Wilander ed Edberg, hanno reso la Svezia la regina del tennis occupando a turno il primo posto della classifica Atp. I tre hanno vinto in totale 24 titoli del Grande Slam.
Attraverso racconti, aneddoti e testimonianze su loro e sui grandi tennisti dell'epoca (da Panatta a Nastase, da Mc Enroe a Connors), il libro ripercorre gli anni d'oro di una nazione in cui il tennis era più di uno sport nazionale: ogni cittadina aveva decine di campi, si organizzavano addirittura tornei all'interno dei singoli condomini. La Svezia aveva saputo preparare il proprio successo investendo nella scuola e nel welfare, mettendo lo sport, e il tennis in particolare, al centro della formazione dei propri cittadini.
Game, Set, Match unisce al racconto della vita dei tre campioni e delle loro partite più celebri quello di una nazione (da molti definita come "socialista, senza i socialisti") che ha saputo cullare con successo i propri talenti. Un libro di grande tennis, di partite memorabili e di uomini straordinari.