L’autore, che si definisce un «ateo non dogmatico e fedele», si interroga su che cosa resta quando si perde la fede e in che cosa consiste una spiritualità senza Dio. In sintesi, la risposta è la seguente: «Una spiritualità senza Dio è una spiritualità dell’immanenza, una spiritualità della fedeltà più che della fede, dell’amore più che della speranza, dell’eternità presente più che di quella a venire, infine dell’azione e della meditazione più che dei riti o della preghiera».