Miliardi di dati personali immagazzinati nel cuore di granito delle Montagne Rocciose, archivi polverosi contenenti i registri dei deportati nelle prigioni della Tasmania, un laboratorio di Oxford che segue le tracce delle popolazioni dell'antica Britannia, moderne società private che custodiscono in immense banche dati il DNA di milioni di individui e nuovi detective della genetica in grado di documentare un'ascendenza diretta con Gengis Khan... Come si conserva il passato dell'umanità? Quale ruolo svolgono i cromosomi dell'uomo di Neanderthal nel nostro corredo genetico attuale? In che modo l'eredità biologica e culturale caratterizza la nostra specie?
Attingendo a ricerche all'avanguardia nel campo della genetica, Christine Kenneally, pluripremiata giornalista australiana, in Storia invisibile della razza umana risponde a queste e ad altre domande, le stesse che da sempre gli uomini si pongono riguardo alle proprie origini, come del resto testimoniano le innumerevoli genealogie dell'Antico Testamento, le ossessioni dinastiche delle famiglie reali e, più di recente, il crescente interesse per la genealogia reso possibile dai progressi nella decodificazione del genoma. Infatti, se l'eredità della razza umana è un tesoro che ci è stato trasmesso sotto forma di antichi manufatti storici, essa è custodita anche nel nostro DNA, e quindi nei nomi che portiamo, nelle emozioni e persino nelle credenze e negli atteggiamenti che si tramandano da un'epoca all'altra e da una cultura all'altra, come dimostrano – e sono solo alcuni esempi fra i tanti – la sopravvivenza attraverso i secoli dell'antisemitismo, le conseguenze, psicologiche prima ancora che economiche e sociali, della tratta degli schiavi sulle odierne popolazioni africane o la disponibilità a cooperare in vista di un fine comune tipica di particolari comunità agricole dell'Estremo Oriente che non hanno conosciuto la civiltà dell'aratro.
Per indagare questo passato, Christine Kenneally supera la dicotomia tra natura e cultura, integrando le recenti scoperte della biologia e della genetica in una più ampia prospettiva storica e umanistica e invitandoci a guardare con maggiore curiosità e rispetto alla genealogia, una disciplina spesso banalizzata e avversata dagli storici di professione, foriera talvolta di visioni spaventose, come quella dell'eugenetica nazista, e tuttavia capace di far affiorare i tanti segreti sepolti nelle storie individuali e familiari. Storia invisibile della razza umana si rivela così una fonte sorprendente e imprescindibile per ripercorrere il cammino intrapreso duecentomila anni fa dall'Homo sapiens nell'Africa subsahariana, per fare luce sul nostro presente e, soprattutto, per capire cosa potremmo diventare in futuro.