Parigi, 1972. È nella notte che segna il passaggio dall'inverno alla primavera, tra il crepuscolo del 20 e l'alba del 21 marzo, che si snoda il lungo continuum narrativo che costituisce Nel buio della notte. Il testo registra i pensieri, le conversazioni, i movimenti di una miriade di personaggi, una moltitudine brulicante che si muove tra piccoli appartamenti del Quartiere Latino e feste mondane, reparti psichiatrici e gallerie della metropolitana, bistrot e tassì. Con una pluralità di registri stilistici e linguistici, Alba de Céspedes incastra una vicenda all'altra in una lunga carrellata quasi cinematografica che mette in scena medici e giornalisti, avvocati e immigrati, giovani impegnati politicamente e sbandati dediti alle droghe, ragazze sole in cerca di sé e donne immerse nel loro ruolo di madri e mogli, uomini liberi e detenuti, poveri e ricchi...
Pubblicato da Mondadori nel 1976, Nel buio della notte è l'autotraduzione a lungo meditata, ampliata, adattata, di Sans autre lieu que la nuit, uscito in Francia tre anni prima; si tratta del libro più ardito e sperimentale dell'autrice, un grande romanzo corale che rappresenta l'intreccio di pulsioni e destini di una grande metropoli, l'alienazione della vita urbana, il profondo bisogno di rinnovamento. Un canto d'amore per la dimensione notturna dell'esistere che diventa poema della solitudine.