«Uno dei più celebri racconti del Novecento. »
Internazionale
Stefan Zweig scrisse la Novella degli scacchi nel 1941, pochi mesi prima di suicidarsi insieme alla moglie. In questo racconto lo stato d’animo di abbandono e di rinuncia alla lotta è prefigurato nella sconfitta di colui che rappresenta la sensibilità, l’intelligenza e la cultura da parte di un ottuso uomo-robot. Come terreno dello scontro tra questi due protagonisti, Zweig sceglie una scacchiera. Sembra quasi che, dallo sfacelo dell’Europa, non voglia salvare neppure il gioco degli scacchi: non più prerogativa di talentuosi e appassionati giocatori, esso è dominato da «campioni» come Czentovic, rozzo per quanto prodigioso accumulo di facoltà meccaniche.