L’usanza di onorare il lavoro e l’esempio di un maestro che, pur cessando la posizione di ruolo nel contesto universitario, prosegue il proprio itinerario di studio e di insegnamento in altre forme ha una lunga storia in ambito accademico e non necessiterebbe di frasi altisonanti per essere motivata e ritenuta pienamente giustificata. Al tempo stesso, il tipo di magistero che nel corso di quasi cinquant’anni è stato promosso e realizzato in concreto da Adone Brandalise, insieme al tipo di rapporto intellettuale, creativo ed emotivo prodottosi con allievi e colleghi, rende questa occasione molto più di un semplice omaggio. Stando entro il linguaggio, si tratta di andare oltre il linguaggio, di aprire a un’esperienza che non è soltanto linguistica: si tocca – anche se solo provvisoriamente – il fondo senza fondo del reale e si incontra un certo tipo di sapere, indefinibile e sfuggente, che non liquida il proprio oggetto riducendolo a un saputo, ma mostra e permette di toccare una quota di felicità autentica, una pienezza d’essere che permette di diventare davvero soggetti.